giovedì 31 dicembre 2015

Se i geni del passato fossero nati oggi...


Ma i grandi compositori di un tempo - Mozart, Salieri, Beethoven ... - se fossero vissuti ai tempi d'oggi, avrebbero composto colonne sonore per film, cartoni e videogiochi? 
Molto probabilmente sì.

L'opera vive ancora, e le persone vanno a teatro; ma c'è anche un altro tipo di opera, quella che ha imboccato la strada contemporanea, ovvero quella messa in atto dai film capolavoro (e dai videogiochi con trama di spessore: Metal Gear, Final fantasy, giusto per citarne due); basti pensare -per dirne un'altra- a Star Wars
come non definire questa saga un gran pezzo d'opera
E la colonna sonora poi, sicuramente è degna, se non più, dei riconoscimenti di quei brani del passato, al pari delle opere di Wagner e di chi altro abbia reso celeberrimo nel mondo i drammi musicali.

Oh sì, se i grandi maestri del passato fossero riesumati dalle loro cellette, non farebbero altro che apprezzare tutto ciò: 
l'arte è arte, e loro che sono gli innovatori dei loro tempi, non mancherebbero di innovare anche questi. 
Mica come la vecchia classaccia dirigente italiana, che al pari del cittadino medio, infantilmente bolla i cartoni e i videogiochi roba da bambini, o magari diseducativa!
Ma non vi scaldate, è un semplice fatto di ignoranza. Non comprendendone il lavoro e la nota espressiva, e non seguendone i messaggi, ne ignorano quindi il valore. 
Ma chissene, in fondo anche costoro verranno spazzati dal tempo e sostituiti da altri, come prima avvenne coi loro padri.

Lo stesso discorso potremmo applicarlo pari pari ai grandi scrittori del tempo addietro.


Ma voi lo immaginate un giovane Pirandello, nato nel 2000, figlio sempre del Caos -come la sua campagna natìa viene chiamata in dialetto- ma un Kaos moderno, con la connessione ad internet (!), ormai sulla soglia dei 16 anni, con la passione per le storie e la scrittura, eccolo Luigi inscenare le sue fantasie (a gratis) su blogspot, o su qualsiasi altro blog free hosting, ve lo immaginate?

Probabilmente passerebbe inosservato nell'oceano di un altro caos, quello della rete. Ma questo non toglierebbe nulla (a parte la visibilità) al genio che mostrerebbe di essere, e probabilmente da grande, anche lui, imboccherebbe la strada della cinematografia, magari sceneggiatore, magari regista.

Tutto questo per dire che l'innovazione, da cui dipende poi la modernità, di per sé non è un male, anzi, ma rimane fondamentale l'uso che se ne fa. Quindi non demonizziamo lo strumento, ma al contrario, incoraggiamone e insegnamone l'uso corretto, perché poi scartare lo scarto sarà la conseguenza. 

Buon anno!

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lunedì 28 dicembre 2015

I video musicali di Justin Bieber sono dei capolavori del cinema


I videoclip musicali di Justin Bieber sono dei piccoli capolavori. 
La musica è tanto studiata, i passi di danza altrettanto, e il filmato è come un cinema da oscar in miniatura.
Il tutto è quindi molto cool.

Però serve fare una riflessione
Spesso ci innamoriamo del cantante dietro lo schermo, confondendolo con l'eroe interpretato nella finzione scenica: così bello e dannato, come puoi non invaghirtene?

E una valanga di fan, da tutti gli angoli del globo, è pronta ad ammirarne le prodezze, ad innamorarsene perdutamente (di lui, che non conoscono; mica del lavoro dietro e di tutti i collaboratori che contribuiscono!).


Ecco, questa è una cosa che potevo concepire negli atteggiamenti della mia cara nonna, quando passava ore a guardare quelle telenovelas, o soap opere, convinta che quanto avvenisse sullo schermo fosse realtà, e allora eccola lì ad arrabbiarsi e smanicarsi nel momento in cui l'attore tanto detestato avesse fatto la sua comparsa in televisione, anche con altre vesti, magari in qualche intervista, o di contrapposto osannare ed elogiare la bontà di quello che invece calzava le scarpe del buon protagonista; come se attore e persona coincidessero nelle medesime scelte. Appunto.


Questo è un atteggiamento che accetto da una generazione anziana, lontana dalle diavolerie complicate della modernità; ma voi, giovani teenager, non posso credere che facciate tanta confusione!

I vostri idoli possono essere delle gran fregature, sapete? 
Non buttate le vostre energie ad amarli; apprezatene i lavori, quello sì, ma non idolatrateli. 
Non fate di nessuno il vostro idolo, e abbiate fiducia in voi stessi che ognuno ha i suoi punti di forza e di debolezza, non esistono macchine perfette.

Ma voi immaginate mai Justin o chi che sia, prima di entrare in scena, magari per fare a botte con il cattivone di turno, fra mille peripezie, per salvare la bella (si legge bona) del video... pensate mai a tutti i trattamenti di bellezza che ha dovuto affrontare prima di girare? Cipria, trucco, manicure, depilazione... 

avete mai visto qualcuno fare a botte conciato in questo modo? 
Ecco, il solo pensiero vi può aiutare a ripescarlo dal cielo per stenderlo sulla terra.

Spero che il punto sia chiaro, amici teenager del web. 

Quello che vi serve è solo un po' di amor proprio per acquistare quella sicurezza che vi manca -e non vi biasimo mica! come poteva essere altrimenti, con una società di vecchi tanto autoritaria?

Ma un consiglio ve lo do: non proiettate le qualità che vorreste avere in persone che non conoscete nemmeno, piuttosto lavorate su voi stessi, e se c'è proprio qualcuno da ammirare, che sia qualcuno del vostro giro!

Aggiungo una piccola nota: 

nel post si parla di Bieber, ma è nominato ad icona di questa cultura moderna, piuttosto potete sostituirlo con Harry Styles o chi vi pare, la somma resta la stessa. 

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martedì 22 dicembre 2015

#Buonsenso


Purtroppo quello che manca al genere umano è tanto buonsenso. Un mancamento a priori, a prescindere dal background di vita, dalla professione, dallo studio faticoso degli anni formativi, o dai discorsi di fede, anche quelli dei più lustri e illustri teologi; pure un prete può essere il più chiuso dei chiusi, portabandiera di discriminazioni e in netto cozzare con i messaggi del Cristo della chiesa che invece pare operasse per raggiungere fini opposti. 
Non è mai un fatto di religione, ma sempre di buonsenso; quello che manca ai molti, appunto.

Il mio pensiero rimane comunque un messaggio di speranza; se i molti ne sono sprovvisti, ci sarebbero almeno i pochi a conoscenza di questa sensibilità.
Sensibilità che si manifesta con azioni all'apparenza semplici, ma con un enorme significato intrinseco riguardo il vivere bene: non cedere a pulsioni infantili, comprendere le esigenze altrui, separare l'opportuno dall'inopportuno; giusto per dirne qualcuna. 

Buonsenso scontato per chi ne sia dotato, banale per chi non abbia mai meditato, illuminante per chi ne sia sprovvisto. 
Eppure va sempre praticato, perché anche chi lo sconosce alla fine tenta di imitarne gli atteggiamenti.


Il buonsenso è forse la presenza e l'influenza di dèi lontani, forse dei pianeti, forse un dono dall'alto. Facciamone buon uso
Buon Natale.

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domenica 13 dicembre 2015

L'alba dei morti viventi


Un classico dei film dell'orrore, visione cinematografica post apocalittica del genere umano, è ormai cruda e dura realtà; l'avvento, l'arrivo delle orde di zombie, di walking dead per le strade delle più grandi metropoli del mondo -e non- è non più solo il figlio delle finzioni delle menti cupe e ciniche dei visionari hollywoodiani, proiettate sugli schermi 2-dimensionali dei nostri migliori cinema o delle nostre televisioni più grandi e snelle, ma come dicevo prima, la vera verità. Un fatto di cronaca quotidiana palpabile con mano comune; i morti camminanti sono fra noi, e ci abbiamo anche fatto il callo. 

Come nelle più classiche delle storie, la diffusione è avvenuta per contagio, ed è facile essere contagiati; la malattia non si trasmette necessariamente a tutti, ma alla stragrande maggioranza sì; è un virus molto pericoloso a cui è bene badare la massima dell'attenzione, si trasmette con i video e con youtube, con i blog e con i giornali, con il passaparola; coprirsi gli orifizi con la mano e coltivare una buona igiene personale serve a nulla se il fine è evitare questa immunodeficienza. 
La mietitrice d'anime è frutto del marketing -o meglio- delle menti facenti capo la sezione ricerche e sviluppo delle direzioni marketing. 

L'inizio del contagio, uscito oggi fuori controllo, tocca il ricco spendaccione quanto il più tirchio dei tirchi e il più poveraccio dei poveri, ha la massima della diffusione nel periodo natalizio, ed io che scrivo e tu che leggi forse ne siamo anche consapevoli. Forse immuni. 
Li vediamo tutti i giorni intorno a noi, deambulare per le strade, prendere i bus e le metro, talvolta anche dentro casa, con le cuffie nelle orecchie e il palmare intelligente nella mano, mentre digitano, schiacciano, inviano una faccina sul wathsapp o il facebook; e non ti guardano se li chiami, non ti salutano se li saluti, non si spostano se non li tiri, spintoni, o li tocchi. 

Sono qui fra noi: sono i possessori di iphone, sistemi android, smartphone (con quelle facce che poi di smart non hanno niente).

Siamo pochi, i sopravvissuti, noi che abbiamo ancora la facoltà di scrivere senza k, noi che abbiamo il buonsenso di usare la punteggiatura, noi che sappiamo che è arrivato il momento di agire e di fermare questa pazzia collettiva. 

Il momento di passare all'azione, di bloccare il contagio, di diffondere la medicina, è giunto, e il tempo è propizio. 

Questo Natale fai del bene, invece di un telefonino, regala un libro.

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venerdì 4 dicembre 2015

Putin si apre ai microfoni di Charlie Rose nel programma "60 minutes"


Caricato il 28 settembre 2015 su youtube. 
Due giornaliste sullo sfondo della CBSN introducono l'intervista del noto giornalista Charlie Rose al presidente Russo Vladimir Putin. 

Le presentatrici introducono il pezzo

"Tutti gli occhi saranno per il presidente Vladimir Putin che  salirà quest’oggi sul palcoscenico delle Nazioni Unite  di fronte a tutti i leader mondiali".

"Ci sarà anche un  incontro col presidente Obama riguardo le crescenti intenzioni di un intervento in Siria. Charlie Rose intervista il Leader russo nel suo programma '60 minutes' prima del suo viaggio per gli Stati Uniti."


Inizio intervista a Putin

C.R. : Se tu, come leader di questo Paese, insisti che lo stato di diritto debba essere rispettato, se tu insisti che giustizia sia fatta -grazie al tuo potere- allora si può fare molto per eliminare questa percezione?
V.P. : Beh… tante cose potrebbero essere fatte, ma non tutti hanno successo con le prime azioni intraprese. 
Quanto tempo ci è voluto  al processo di democratizzazione per prendere piede negli Stati Uniti? 
Tu credi che ora ogni cosa sia perfetta negli USA, dal punto di vista della Democrazia? 
Se tutto fosse perfetto, non ci sarebbe il problema Ferguson, e non ci sarebbero abusi da parte della  polizia... 
Ma il nostro compito è quello di vedere tutti questi problemi e di rispondere in maniera appropriata.
C.R. : Consentimi di chiederti questo: cosa ne pensi del Presidente Obama? Qual è la valutazione che hai di lui?
V.P. : Non penso di avere un titolo per poter dare un giudizio riguardo al Presidente , quello è compito dei cittadini americani.
C.R. : Tu pensi che le sue attività, negli affari esteri, riflettano le  sue debolezze?
V.P. : Non lo penso affatto. Vedi, il discorso è questo: in ogni paese, e sono sicuro che questo accada anche negli USA forse più che in ogni altro paese, le questioni di politica estera sono strumentalizzate per battaglie politiche interne. Fra poco ci sarà la campagna elettorale per il prossimo Presidente. Quindi… in questo momento stanno giocando la “carta russa” o qualsiasi altra.
C.R. : ok, ma consentimi ancora: tu pensi che ti dia ascolto?
V.P. : io penso che ci diamo ascolto a vicenda in modo particolare quando si tratta di qualcosa che non vada in contrasto con le nostre idee, su ciò che dobbiamo e non dobbiamo fare.
C.R. : tu pensi che (Obama)  consideri la Russia - tu prima hai detto che la Russia non sia una superpotenza- tu pensi che (Obama) consideri la Russia un pari o che consideri te, un pari? Il ché sarebbe il modo in cui vorresti essere trattato.  
V.P. (ridacchia, poi continua sorridendo): Beh… dovresti chiedere a lui! E’ il tuo Presidente, come posso sapere cosa pensa?

Ritorno in studio

Finisce il primo spezzone di intervista mandato in onda e il giornalista, Charlie  Rose, discute con le  presentatrici riguardo l’incontro con Vladimir Putin.
Le due donne  gli chiedono sul piano personale l’impressione ricevuta da Putin, se avesse in qualche modo fatto richieste particolari, e se sia stato in qualche modo ostico nel rispondere alle domande poste, magari quelle che lo toccavano in prima persona.
Charlie Rose descrive allora un Putin, persona, assolutamente disposto al dialogo, con un sincero desiderio di avere un confronto con gli Stati Uniti.
 “Assolutamente non ha mai fatto richieste particolare, come stabilire quali domande potessi chiedere e quali no” -dice il il giornalista- “abbiamo parlato per oltre un’ora, e il tempo a disposizione era di un’ora esatta, e ho chiesto qualsiasi cosa volessi”.
 “E’ chiaro che lui voglia tornare a far parte dei giochi ed essere impegnato, e dare alla Russia un ruolo di supporto e di potere. Putin ha detto che loro non sono una super-potenza, ma sono una potenza" -Charlie enfatizza il tono- "E lui ha ragione, tra l’altro ha anche armi nucleari a disposizione, e questo richiede attenzione, altrimenti perché mai le avrebbe? Lui vuole potere, lui veramente desidera avere incontri con il Presidente Obama. Veramente vuole una relazione di cooperazione ed è convinto che insieme possano fare la differenza”.
Poi prosegue spiegando che Putin con le sue azione, in alcuni casi abbia il ruolo di contrappeso e in altri quello di cooperante. 
“E’ chiaro che nella situazione Ucraina lui voglia avere una certa influenza, anche per la storia del paese”. “Lui pensa che siano milioni i Russi dall’altra parte del confine perché i confini sono cambiati nel tempo”, comunque ha fatto sapere che non metterà truppe russe nel conflitto ucraino, seppur voglia far parte di questo processo di cambiamenti che sta dando vita ad una nuova realtà nell’Ucraina 
(vedi l’annessione della Crimea, ad esempio).

Ultimo pezzo dell'intervista mostrato

C.R. : Saresti pronto a mettere giù in campo truppe da combattimento, in Siria,  se fosse necessario per combattere l'ISIS?
V.P. : La Russia non parteciperà in alcuna operazione militare via terra in Siria, o in qualsiasi altro Stato. Almeno questo non è pianificato al momento. Ma stiamo considerando di intensificare i nostri sforzi insieme al presidente Assad e i nostri partner degli altri paesi.

Il tè con Putin

Tornati in studio, Charlie Rose ci svela un’aneddoto. Racconta di essere stato invitato a fine intervista dallo stesso Putin a prendere un tè, e di averlo seguito con il suo team e l’interprete. 
“Si toglie la giacca e mi chiede cosa voglia fare, era lì pronto a continuare la conversazione” -ci racconta Charlie.
Così hanno continuato l’ intervista in modo alternativo, e quando ha richiesto al presidente russo di poter riportare quella conversazione privata, Putin non avrebbe battuto ciglio dando il suo assenso; poi allora, il giornalista ci fa sapere che hanno registrato con la telecamera altri 45 secondi di video per documentare la veridicità dell’incontro privato. 

giovedì 3 dicembre 2015

Lo Stato Militare

"Punto primo: non ho mai detto di vedere gli Stati Uniti come una minaccia alla nostra sicurezza nazionale. Il Presidente Obama è invece d'altro avviso e vede la Russia come una minaccia. [...] Quello che io penso è che la politica perpetuata da chi sia nel cerchio del potere [...], sia sbagliata. Non solo si oppone ai nostri interessi nazionali, ma mina anche qualsiasi fiducia noi potessimo avere nei loro confronti, e alla fine danneggia anche loro stessi. Fiducia minata, con la comprensione che loro siano i leader della politica e dell'economia mondiale. Posso anche stare in silenzio su molte cose, ma come ho sempre detto [...], qui c'è una sola parte che agisce in continua ricerca della prossima alleanza e coalizioni, le quali sono predeterminate, e questo non è un buon metodo per cercare un confronto e un accordo con motivi di comprensione reciproca. Queste persone conducono alla crisi, e io l'ho detto prima. Un'altra minaccia che il presidente Obama ha menzionato è l'ISIS. Bene... allora, chi su questa terra li ha armati? Chi ha armato i siriani che stavano combattendo una guerra contro Assad? Chi ha creato questo clima politico che ha dato luogo a questa situazione? Chi ha fatto pressioni per consegnare armi in quella zona? Veramente non capite come e chi stia combattendo in Siria? Sono mercenari la maggioranza. E lo capite che i mercenari sono pagati con i soldi? I mercenari combattono per qualsiasi bandiera paghi di più... allora questi sono stati armati e pagati per combattere (Assad), e io so anche l'ammontare dei pagamenti... e quindi loro combattono, hanno le armi, e alla fine non puoi chiedere la restituzione di queste ovviamente! E allora poi scopri che dopo un po' vengono pagati un po' di più e vanno a combattere per un'altra causa. Adesso occupano i campi di petrolio, in Iraq e in Siria, poi questo petrolio viene estratto e qualcuno lo compra. E voi credete che gli Stati Uniti non conoscono chi sono i compratori? Non sono forse i suoi alleati quelli che comprano il petrolio dall'ISIS? E non pensate che gli Stati Uniti abbiano il potere per influenzare la condotta dei propri alleati? O forse il punto è che gli Stati Uniti non desiderano influenzarli? Ma allora perché bombardare l'ISIS? Nelle zone dove hanno iniziato ad estrarre petrolio e a pagare i mercenari di più, in quelle aree, i ribelli civilli siriani dell'opposizione hanno deciso di unirsi immediatamente all'ISIS, proprio perché pagati di più. Io considero tutto ciò, assolutamente una politica non professionale, lontana dai fatti del mondo reale. "Noi (america) dobbiamo supportare in Siria le civili opposizioni democratiche"... allora dai il tuo supporto, le armi, e domani si uniscono all'ISIS. Perché questa gente non pensa ad un passo avanti? Allora, io non ci sto con questo modo di fare politica degli Stati Uniti [...] devono imparare a considerare gli interessi degli altri e che gli altri vanno rispettati. Non puoi "spremere" le altre persone pensando solo ai tuoi di benefici [...] economici, politici, militari[...]"


C'è la netta impressione che all'interno degli Stati grandi e potenti, quelli che guidano il mondo, vi siano, come nelle scatole cinesi, degli Stati più piccoli.
Questi sono gli Stati Militari. Stati fatti di regole tutte proprie che trascendono gli interessi civili dei popoli e perseguono volontà imperialistiche

Ufficialmente i Paesi sviluppati sono in pace e in armonia fra di loro: intrattengono scambi commerciali, scambi di ricerca e sviluppo, e continuamente i vari leader si incontrano per trovare soluzioni ai mali che affliggono l'esistenza umana -cambiamenti climatici, terrorismo, malattie a cui ancora non vi siano cure. 
Ufficiosamente, però, è noto che sotto sotto nessuno si fidi dell'altro. Addirittura abbiamo scoperto dai media, che nel passato recente (nel 2013), l'intelligence americana era solita spiare le conversazioni private della Merkel con una cimice installata nel suo cellulare: un po' di indignazione generale all'inizio, ma storia velocemente archiviata dal tempo... 

Rimanendo poi più ancorati al presente, è notizia fresca quella della Russia di Putin che senza mezzi termini, fa sapere al mondo che annoterà il Montenegro nella schiera dei nemici potenziali della Federazione nel caso in cui accettasse l'invito della Nato a far parte della coalizione Nord Atlantica.

E' più che evidente che i nervi siano tesissimi. 
La Nato forse non ha mai smesso di considerare la Russia come nemico (sarà forse per colpa dell'invasione della Crimea?) e la sua continua opera espansionistica, instaurando basi per tutto il vecchio continente, potrebbe esserne la prova. 
La Federazione Russa, d'altro canto, fa lo stesso a modo suo alzando il livello di difesa - perché se un amico ti punta addosso missili dall'Alaska e dalla Polonia, e poi ti abatte anche un aereo militare senza chiedere scusa, forse tanto amico non è, ed ecco allora che la Nato ritorna il potenziale aggressore di un tempo (quello della guerra fredda).




"Grazie per la tua domanda (rivolto ad un giornalista americano). Hai menzionato che la Russia abbia giocato un ruolo importante nello sviluppo delle tensioni che ora assistiamo nel mondo. Sì la Russia ha fatto la sua parte nel capire che sta in piedi a difesa dei propri interessi nazionali, con più fermezza, in quanto la situazione lo richiede. Noi non stiamo attacando nessuno, nel senso politico della parola. Noi non stiamo invadendo nessuno. Il disdegno dei nostri amici occidentali viene dal fatto che noi stiamo facendo semplicemente ciò: proteggere i nostri interessi nazionali. Non deriva da noi il principio che ha portato ad instigare queste tensioni nel mondo. Lasciami spiegare... tu hai menzionato la nostra aviazione. L'aviazione geostrategica, si tratta di questo. Saprai sicuramente che la Russia, negli anni '90, ha bloccato completamente (come fece la USSR) ogni azione strategica dell'aviazione nelle "più lontane regioni di pattuglia". Noi abbiamo fermato questa attività del tutto. L'aviazione geostrategica americana, invece, con armi nucleari a bordo(!), continua a volarci intorno. Perché? Di cosa sono preoccupati? Perché ci minacciano? Noi comunque abbiamo continuato con il non-patrol (lo stop delle pattuglie aeree), anno dopo anno, ed è solo da 3 anni che abbiamo riniziato con le pattuglie aeree all'estero. Chi è il provacotore qui? Saremmo forse noi russi? Noi abbiamo solo due basi militari all'estero. Queste sono in aree considerate a rischio terrorismo: una in Kyrgyztan, e comunque solo dopo che i ribelli dell'Afghanistan abbiano iniziato operazioni in quel territorio, e dopo che siamo stati invitati dalle autorità del paese ad essere presenti -Akayev era presidente all'epoca-, mentre la seconda base è in Tajikistan. Sempre al confine con l'Afghanistan. Ciò è anche nel vostro interesse (rivolto agli americani), sapere che tutto sia calmo e tranquillo lì. Le basi americane invece sono sparse ovunque nel mondo, e tu sei qui a dirmi che sono io l'aggressore? (rivolto al giornalista). Ma ce l'hai un po' di buonsenso? Che cosa sta combinando l' "US forces" in Europa? Inclusi gli armamenti nucleari? Che tipo di business hanno messo in piedi lì? Ascoltami... il nostro budget militare, che è stato accresciuto leggermente dall'anno scorso, è di 50 miliardi di dollari. Il budget militare del Pentagono è circa 10 volte quest'ammontare: 575 miliardi di dollari. E tu stai qui a dirmi che sarei io l'aggressore? Ma veramente, ce l'hai il buon senso? ... Saremmo forse noi quelli che hanno messo i militari lì tutto intorno i confini degli Stati Uniti o di altri Stati? O è la Nato che muove le proprie basi vicino a noi? Parliamo di infrastrutture militari! Ecco, non siamo noi... ma c'è qualcuno che ci ascolta? O che provi almeno ad avere un qualche dialogo con noi? La risposta che riceviamo sempre è: "pensa agli affati tuoi" e "ogni paese può scegliere le proprie misure di difesa". Molto bene, faremo allo stesso modo. Perché ci è proibito agire allo stesso modo? ... Riguardo al sistema missilistico di difesa... chi è stata la Nazione che è uscita dal trattato che era vitale per l'intero sistema di difesa internazionale? Siamo stati forse noi quella Nazione? No, ma gli Stati Uniti (!). In modo unilaterale, hanno semplicemente deciso di ritirarsi dal trattato. E adesso ci minacciano, puntado i missili contro di noi. E non solo dall'Alaska, ma anche dall'Europa: Romania, Polonia ... noi siamo i vicini di casa! ... Ripeto, siamo forse noi gli aggressori qui? Vogliamo (noi russi) una più equa relazione? Sì, lo vogliamo, anche in considerazione dei nostri interessi nazionali. Sia in materia di sicurezza che di economia. Abbiamo tenuto un dialogo riguardo al WTO (world trade organization) per 19 anni, e abbiamo concordato su tanti compromessi. Abbiamo proceduto comprendendo che le condizioni stringenti del WTO sono scolpite su pietra ... e scusatemi, vorrei dire solo una cosa riguardo l'Ucraina. Certo, io considero la mia posizione quella giusta, mentre gli amici occidentali stanno sbaglaindo, ma lasciamo quella questione per il bene di questa discussione ... bene, allora... siamo entrati nel WTO. All'interno ci sono delle regole. In caso di inadempimento ci sono delle contravvenzioni, leggi internazionali. Adesso delle sanzioni sono state imposte alla Russia sulla sua economia, in maniera illegale. Siamo noi quelli in torto di nuovo? ... Noi vorremmo solo sviluppare delle relazioni normali, nell'ambito della sicurezza (difesa), della lotta al terrorismo, e della non proliferazione delle armi nucleari. Vogliamo lavorare insieme con voi sulle minacce quali: traffico di droga, crimine organizzato, nel far diminire le malattie infettive, incluso l'ebola. Noi vogliamo lavorare insieme con voi anche nella sfera economica."


sabato 28 novembre 2015

Giornata contro la violenza sulle donne


La giornata contro la violenza sulle donne è una ricorrenza creata dall'ONU che ha luogo il 25 novembre, ed è un'ottima idea per illuminare la misoginia millenaria delle nostre società (non solo quella occidentale). Non si tratta quindi di una celebrazione della donna (stile 8 marzo) con pomposi fiori da omaggiare al gentil sesso, come è invece parso ai tanti di noi frequentatori dell' Internet, ma di una condanna e autocritica fatta e consumata dagli uomini stessi per sottolineare l'ingiustizia che altri uomini perpetrano a danno del sesso opposto perché è tale. 

Ma ciò che succede è altra cosa; il mondo virtuale si riempie di blog che dedicano poesie alla versione angelica e romantica della donna, mentre quello reale si riempe dell'ultimo libro di Bruno Vespa "Donne d'Italia" in bella mostra nelle librerie: quintali di copie calde di stampa pronte ad avvolgerti in quell'arancione della copertina all'ingresso del negozio ricordandoti o insegnandoti quante donne potenti ci siano state nella storia (eppure avrebbe tutt'altro sapore se tali pensieri fossero scritti da mano di DONNA) -diciamo pure che la data era utile al buon Bruno per massimizzare i profitti piuttosto che fare qualcosa di socialmente utile. 
Accendendo poi la tv possiamo assistere ai discorsi di fine intelletto scambiati fra la fazione dei maschi e quella delle femmine per decretare la superiore intelligenza e sensibilità della donna -dimenticandosi di fare quindi anche un solo accenno alla violenza- e il colto pubblico italico ascolta le cazzate. 

La donna non ha bisogna di essere su di un piedistallo. Se vuole potere e un ruolo di prestigio, se lo guadagna da sé -come sa bene la femminista doc.

Questa settimana è stata semplicemente un'occasione mancata per condannare la violenza, quella sulle donne appunto. Condanna che doveva venire dagli uomini.


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martedì 24 novembre 2015

Siamo degli IPOCRITI


Sono passati poco più di 10 giorni dall'orrore di Parigi, dove killer assassini, spietati, decerebrati pezzi di amebe incolte e plagiate dall'egocentrismo della propria cultura insipiente, teste di cazzo meritevoli di morte certa previa eterna sofferenza, hanno sterminato senza remore 130 e più innocenti.

La mia laica preghiera volge alle vittime e ai familiari, che siano simbolico faro per illuminare la rotta di un cambiamento epocale per la società umana, un cambiamento positivo. 

Quello che noi come occidente dovremmo fare è condannare questi efferati atti terroristici in nome di Allah -espressione del dio dell'Islam. Sottolineare senza preoccupazioni che questi criminali hanno una chiara matrice islamica, senza nasconderci per la paura di inimicarci 2 miliardi di gente che pratica tale culto. E questo per onore della verità, ma soprattutto del cambiamento. 

La mia visione sulle religioni in generale -e in particolare sulla fede islamica- è molto chiara e netta: 
sono filosofie misogene e oscurantiste, e dalla loro predicazione non può che nascere involuzione e male. 
Gandhi diceva: 
Le tue convinzioni diventano i tuoi pensieri. I tuoi pensieri diventano le tue parole. Le tue parole diventano le tue azioni. Le tue azioni diventano le tue abitudini. Le tue abitudini diventano i tuoi valori. I tuoi vaori diventano il tuo destino. 
Da una filosofia che inculca nelle giovani menti l'inferiorità della donna (indirettamente e tal volta direttamente) e la superiorità della propria fede, andando quindi a pregiudicare gli altri (i diversi, gli infedeli), non può che perpetuare un futuro malevolo. 

Bada bene, la mia è una condanna morale, frutto del mio pensare, opinione personalissima; condanna verso la religione in sé e non ai fedeli, perché anche fra questi ci sono milioni di persone buone che praticano il bene per il semplice fatto di essere umani, e interpretare quindi secondo propria coscienza le parole. 

I leader occidentali non si spingono lì dove arrivo io, la condanna dei potenti non è alla religione -e da sempre mi chiedo: perché?- ma alla deriva estremista.
Vorrei, come cittadino di questo pianeta, che in prima istanza questa condanna venga proprio dalle comunità islamiche.
Per dimostrare la bontà del proprio credo devono necessariamente manifestare pubblicamente che queste barbarie non sono parte di loro.
E gli Imam d'Italia, d'Europa, del Mondo, hanno questo dovere.
E' INDISPENSABILE CHE TUTTI INDIVIDUIAMO UNITI IL NEMICO COMUNE.
Detto questo, ci tengo a puntare i riflettori anche sul nostro Occidente fatto di lustrini e chiccherie, un occidente che vive al di sopra delle proprie possibilità, rappresentazione di un mondo disincantato che proietta su una magica finestra chiamata televisione gli orrori che non ci appartangeno: le guerre, la miseria, la fame di regni lontani. E desensibilizzati, cinicamente continuiamo a svolgere lavori socialmente inutili per comprare oggetti e cose altrettanto inutili, al solo fine di colmare quel vuoto dentro di noi che non capiamo essere dovuto alla distanza che abbiamo costruito fra il nostro universo e quello della natura.
E adesso che l'orrore bussa anche alle porte del nostro regno abbiamo paura.

L'orrore è parte di questo mondo sin dalle origini, prendiamone coscienza. Ma soprattutto, cambiamo noi per poter cambiare gli altri; è giunto anche il momento dell'autocritica. 
Facciamo la nostra (di autocritica) e i musulmani facciano la loro. 

Questo è ciò che serve, questo è ciò che non avviene.


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martedì 10 novembre 2015

Medicina tradizionale e medicina olistica

La medicina tradizionale e quella olistica sono spesso considerate due discipline dal segno opposto, per alcuni addirittura il bene e il male; ma con tutta certezza sono solo  forze complementari separate per interessi economici.

Se non conoscete la medicina olistica un breve accenno è doveroso.
L’olismo (dal greco “olos” = la totalità) è quella filosofia che poggia il proprio pensiero sul credere che un sistema è figlio della somma delle sue parti. Quindi per spiegare l’agire di un singolo elemento bisogna tenere in considerazione l’intero.
Quest’approccio può essere applicato a varie discipline, ma come da titolo a noi interessa il campo medico.
Seguendo la definizione, qualora presentassimo un disturbo in un punto specifico del nostro corpo, ad esempio sulle unghie, per risolverlo dovremmo tenere in considerazione l’intero sistema biologico nel suo funzionamento.
Un dottore olistico cercherà quindi di individuare le ragioni che hanno dato origine al fenomeno.
Magari si accorgerà che la fattispecie nulla ha a che vedere con le unghie in sé, e che la fonte del disturbo sia invece un deficit d’ossigenazione del tessuto dovuto ad una cattiva circolazione sanguigna.
La medicina tradizionale, invece, tratterebbe il problema rivolgendosi direttamente all'esperto di settore, il dermatologo, il quale valuterebbe il problema alle unghie in considerazione delle sue ampie ma specifiche conoscenza di settore, supportato dalla tecnologia per tutte le analisi del caso, ma sicuramente influenzato da una visione parziale che non gli permetterà di risolvere il disturbo.

Un dottore tradizionale si concentra sui sintomi e cerca la soluzione lì dove vede il problema, un dottore olistico vede il quadro d'insieme e individua la fonte della malattia. 

Tali differenze sono sorrette anche da un sistema economico che cerca di standardizzare la cura dei malati, mentre ciascuno di noi è diverso e avrebbe bisogno di un approccio strettamente personale.

Medicina olistica è comunque somma di tante cose, conoscenza fisica, psichica e spirituale dell'individuo. Spesso molti disturbi sono delle somatizzazioni della nostra psiche e andrebbero affrontati con strumenti diversi dalle pillole tanto amate dalle case farmaceutiche e da molti dottori pagati per prescriverle...

Se solo le due discipline unissero le forze, senza l’invisibile divisione umana dettata dalle regole del business che mira le persone come target di mercato, ricaveremmo un enorme profitto in termini di qualità della vita.

Come ultima nota amici del web, ci tengo a precisare che questo post è una semplice considerazione personale, figlia del mio pensiero (e mi rivolgo all'art. 21, comma 1, della nostra costituzione), e per tutti gli approfondimenti del caso vi invito a fare ricerche sicuramente più specifiche di questo scritto.  

Spero solo che da tutto ciò sia chiaro che le divisioni (le etichette) non esistono se non nella nostra testa.


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sabato 7 novembre 2015

Fatti economici, fatti (i) politici



Cari amici del web, è arrivato proprio il momento di dire la mia su questo tema, visto che la propaganda mediatica, sponsorizzata dagli stessi elogiati per elogiarsi, continua inesorabile da settimane (in generale anni) a confondere gli ultimi dati economici come frutto della politica.

Partiamo da Angelino Alfano, capo del piccolissimo Ncd, e ministro dell'interno da troppo tempo. Ci dice:
L'Italia sta cambiando, i dati dell'economia stanno migliorando, lo riconoscono l'Europa e l'Istat e noi siamo protagonisti di questo cambiamento. Non ci sarebbe questa ripresa economica se due anni fa non avessimo fatto questa scelta. Io sono contrario a fermarci a meta' strada, dobbiamo andare avanti e portare l'italia oltre questa crisi. Chi ha avuto il coraggio due anni fa di fare questa scelta vuole confermare l'impegno fino alla fine, chi non se l'e' sentita si e' fermato a meta' strada.
E stampa, giornaletti, tv, quelli dell' internet, riportano acriticamente fin quando il tv-show con l'opinionista di turno ci dice cosa pensare.
Proseguiamo per Renzi che dal mondo di facebook ci fa sapere:
Si moltiplicano giorno dopo giorno i dati positivi sulla nostra economia. Oggi lo dice l’Istat, e anche in Europa la musica nei nostri confronti sta cambiando. Crescita più forte del previsto, ripartono i consumi, e – attenzione – nelle previsioni cala la curva del debito. Più lavoro e più fiducia, le riforme funzionano. Ripeto: non sono semplici numeri. Sono persone, storie, famiglie. E’ il senso di un Paese che si rimette in moto, che ritrova il gusto di avere ambizioni, di guardare al futuro. E la legge di stabilità va esattamente in questa direzione. Abbassando le tasse. Lottando contro la povertà. Avendo attenzione per il sociale. Dando a chi fa impresa le leve e gli strumenti per correre e creare lavoro. Aiutando chi ha casa, che non è un fardello o una colpa, ma spesso il frutto di anni di sacrifici e sudore. In un contesto europeo non esaltante, per usare un eufemismo, siamo quelli che hanno rialzato la testa, che ci provano. Non basta, non ci accontentiamo. Ma che stia finendo la dittatura dello zero virgola, non è un successo per il Governo, è un traguardo per l’Italia. Siamo tornati, finalmente.
C'è subito da dire che c'è un'apparente differenza fra il primo e il secondo testo. 
Angelino, senza pudore, indirettamente si appiccica -su di sé e la squadra di governo- il merito della crescita (sono contrario a fermarci a metà strada, dobbiamo portare [...] l'Italia oltre questa crisi), non dice di essere l'artefice ma lo induce a pensare, e poi attacca sibillino il vecchio papà Berlusconi.
Renzi, più umile (apparentemente) alla fine, che vuole apparire il superiore, il saggio che ama la Nazione, l'Italia e il made in Italy (mica la sua carriera politica eh!), sempre con il sorriso e l'ottimismo alla Gianni Morandi "dai che ce la fai", dice in fin dei conti quello che riporta l'Angioletto:
Le riforme funzionano.[...]E la legge di stabilità va esattamente in questa direzione (quale? della crescita, dei più consumi, delle meno tasse -!!!- ecc.).

Insomma si sono elogiati abbastanza anche questa volta. 

Ecco, io vorrei sputare due o più precisazioni che tenevo in gola da un po' di tempo, e mi davano un certo prurito.

La prima riguarda proprio questa nuova LEGGE DI STABILITA'.
Lo sapevate che con suddetta legge hanno abolito il garante del contribuente?
Per chi non lo sapesse il garante del contribuente era quell'ufficio a cui potevi rivolgerti nel caso in cui subivi delle vere e proprie ingiustizie da parte del fisco; esponevi il tuo caso, e poi questo si impegnava a presentarlo agli organi di competenza, esortandoli a comportarsi con correttezza (seguendo quell'art.97 della costituzione) e magari applicare l'autotutela
Nella pratica non aveva nessun potere effettivo, se non quello morale.
Sicuramente così come si presentava era abbastanza inutile, diciamocelo chiaramente, ma sarebbe stato un organo validissimo se potenziato di poteri. Avrebbe potuto risolvere tante vicende di poveretti in faida con l'amministrazione finanziaria senza passare dai tribunali. 
Ma la legge è legge, e Renzi&co. hanno pensato bene di cancellarlo proprio (il garante). 
Inutile dare una voce al CITTADINO CHE PAGA LE TASSE, non trovate? L'importante è che continui a finanziare il sistema... 

Poi sempre nella suddetta norma, si parla anche di abolizione dell'IMU (e non solo). 
Ma vi anticipo già che se i soldi dell'IMU non entrano più, da qualche altre parte pur sempre dovranno mettere le mani... quindi non rimaneteci troppo male quando vi accorgerete che nulla è cambiato. Sciocchini.

E va bene (cioé va male), il primo sassolino dalla scarpa me lo sono tolto.
Il secondo riguarda l'Expo (leggi anche questo post) e i suoi effetti.

La fiera, dal punto di vista economico, un effetto ce l'ha avuto, e nessuno lo nasconde. Facciamo un po' di calcoli (grossolani ma efficaci) per capire l'ordine di grandezza:
21 milioni di anime sono andate a Milano. Il prezzo medio è stato di 32 euro a biglietto. 7 milioni erano stranieri. 
Se consideriamo che ciascun individuo abbia speso 600 euro a testa (e lo dubito) per raggiungere Milano, visitare l'Expo, mangiare, dormire in hotel almeno una notte, abbiamo:
21 000 000 persone x 600 euro = 12,6miliardi di euro
di cui sono di "incasso biglietto":21 000 000 persone x 32 euro = 672 000 000 
Il costo Expo è stato di 14 miliardi! -per colpa delle spese gonfiante, mentre si sarebbe potuto ottenere lo stesso risultato con 5 miliardi. 
Nelle tasche dell'erario, con le imposte e le tasse, tornerà circa la metà di questi 12,6 miliardi di euro, quindi:
6,3 miliardi.

Allora: 
14 miliardi di costi - 6,3 miliardi di entrate =  7,7 miliardi di euro che non verranno recuperati!
Adesso, è vero pure che in macroeconomia ci sia da considerare un effetto moltiplicativo, quindi magari ci saranno altre entrate connesse, ma poi c'è sempre da tener presente che l'evasione la fa da padrona... 

Se non conoscete l'effetto moltiplicativo ve lo spiego con un esempio facile facile:
se si spendono 10 euro per riparare la bici, quegli stessi 10 euro verranno riutilizzati dal meccanico per comprare pasta, pane e latte al supermercato, e il supermercato li riimpiegherà per pagare i fornitori, e i fornitori pagheranno poi qualcun altro e così via. Questo è l'effetto moltiplicativo.
Poi su ogni transazione ci sarà sempre un tributo, e quel tributo è l'entrata dello Stato. 
Quindi nella fattispecie expo, non ci sono da considerare solo i 6 miliardi di entrate, ma anche quelle conseguite dagli altri consumi innescati a cascata. Chiaro?

Ad ogni modo ciò che emerge dai dati, è che l'economia si mette in moto se le persone si muovono e spendono (banale), e non che l'economia va bene perché il fiorentino fa la nuova legge di stabilità! 
l'Istat dipinge un quadro più bello dell'anno scorso perché c'è l'effeto Expo, non le riforme.

Quello che mi preme dire, e che ribadisco in altri post, è che il successo non si valuta sulla basa dei soldi incassati, ma sul messaggio corretto che si intende dare con un'opera. Altrimenti è come dire che i cinepanettoni siano dei capolavori del cinema solo perché ricevono grande riscontro ai botteghini. Una corbelleria insomma. 
Ma qui in occidente siamo usuali riassumere tutto con indici economici, anche la felicità e il benessere dei popoli (con ad esempio il PIL) e quindi a fare grandi confusioni.

Nutrire il pianeta, sì come no... sono sicuro che molti nemmeno si ricordino dove abbiano sentito questa frase.

In conclusione amici miei, quello che capiamo leggendo i giornali (cartacei e online) o guardando la tv, è che la politica e l'economia siano la stessa cosa. 
Una cazzata, ovviamente, ma molte persone ancora abboccano, e i politicanti di mestiere sono sempre lì a loro posto, e gli opinion leader -quelli dei talk show- continuano a spiegarci per chi votare. 
Vediamo un po' di munirici dei giusti anticorpi per discernere i fatti dalle stronzate.

Sarebbe cosa assai gradita. 



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giovedì 5 novembre 2015

Le scie nel cielo

Mi dispiace vedere che ogni qualvolta parli di scie nei cieli (quelle definite chimiche) venga indicato come il complottista da coloro avversi alla cospirazione, o come profano (magari ingenuo) da coloro dentro (fin la punta dei capelli) alle teorie dell' internet.

Signori miei, il discorso è semplice: io ho due occhi per vedere e un cervello per pensare.

Non faccio parte di uno schieramento -e capisco che ciò possa destabilizzare alcune persone- e la mia battaglia personale è anche quella di spingere gli utenti che mi leggono ad uscire fuori da quel quadrato imposto dalla religione, dalla politica, dalle sette, dalla tv, dai gruppi di riferimento della nostra vita. Ovviamente questo non vuol dire che il discorso riguardi chiunque mi legga, anzi, ho riscontrato nelle communities di google+ tante persone dotate di buon senso e spirito critico.
Allora il mio invito non è per questi, ma per quegli altri: basta pensare per etichette.

Detto questo, passiamo al discorso. E il mio punto di vista è semplice, ed è il seguente:


Gli aerosol nel cielo  (che poi sarebbero le scie, parliamoci chiaro) si vedono, e non possono essere dovuti alle semplici condensazioni, almeno quelle intese in senso tradizionale e convenzionale - le quali perdurano per poco tempo, in rari casi per più di 30 minuti, e ancora in più rari casi si formano, perché c'è bisogno di stringenti condizioni legate all'umidità dell'aria e alla temperatura.

Allora cosa sono queste scie? E chi le fa?
Signori miei, non lo so, e non lo indico. Diffidare da chi ci lucra a riguardo e dagli esaltati!
Nient'altro da dire e mai detto nient'altro.

Quello che invece so, lo trovate nelle enciclopedie che vi invito a "frequentare" (ad es. la Treccani, di cui vi lascio il link a e vi allego un documento)



Poi vi posto il link della BBC (di cui vi ho accennato e che finalmente ho trovato) dove si parla degli aerosol di solfati come possibile sistema per la riduzione delle temperature - con anche però delle conseguenze di alteramento climatico imprevedibili. E con questo non sto dicendo che la cosa mi piaccia, e che la condividi, ma sto semplicemente mostrando la "cosa" di cui la comunità scientifica parla oggi (anzi, oggi parla di nanoparticelle di alluminio e di diamante).
Questo è per completezza di un ragionamento intrapreso ieri, e snocciolato meglio ora.
Buona lettura.


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mercoledì 4 novembre 2015

Non chiamatele scie chimiche, ma Aerosol Atmosferici!

Parlare di scie chimiche è proibito se non si voglia essere tacciati di complottismo, mentre non lo è (forse) parlare di Aerosol Atmosferici, che detto fra noi fa anche chic.

Allora parliamo di questi A.A., come fanno appunto gli studiosi di clima di Harvard sulla rivista Atmospheric Chemestry and Physics.
I quali si mostrano contrari all'idea di irraggiare la volta con solfati (allo scopo di abbassare le temperature) per le complicazioni (imprecisate) che questi potrebbero portare, e sosterrebbero invece, l'impiego di nanoparticelle di diamanti sintetici, più costose, ma più efficaci (e affidabili?) del 50%, con il compito di rispedire parzialmente al mittente i raggi solari diminuendo così il fenomeno riscaldamento. Una soluzione più green diciamo.

Ad ogni modo ciò che conta è che le scie chimiche siano un fatto riconosciuto.

Il riscaldamento globale è un qualcosa sotto gli occhi di tutti e avanza inesorabilmente, vuoi per effetti naturali, vuoi per l'azione dell'uomo, e qualcosa va fatto.

Non trascurabile è stata proprio l'azione antropica, che dal secolo scorso ad oggi, con massicce iniezioni di anidride carbonica per mezzo di fossennata attività industriale (e non solo) incrementa quello che è l'effetto dei gas serra.

E l'aumentata temperatura del globo rappresenta quindi una minaccia  per tutte le specie viventi che lo popolano.
Facciamo in modo che non lo sia anche la soluzione del problema.

Cliccando su questo link troverai una lista di interessanti articoli della rivista Atmospehric Chemistry and Physics.



Gira in rete un fantomatico servizio della BBC a riguardo degli Atmospheric Aerosol, sarei grato a chiunque possa trovare e condividere la fonte ufficiale con me. Grazie per lo spirito di condivisione.

martedì 3 novembre 2015

Messina senza acqua nel silenzio generale!

Messina è (ancora) asciutta. Senza acqua prima  per 2 giorni, poi 5, alla fine una settimana. E adesso una nuova rottura si ripresenta, sempre causata da una frana.
Nel migliore dei casi un’altra settimana d’inferno.

Di fronte le calamità naturali purtroppo poco o nulla si può fare (da soli), se non applicare il buon senso, e pensare -prima di costruire in futuro- che dove si intende creare un insediamento con le relative infrastrutture, bisogna valutare  BENE (sottolineo BENE) le condizioni naturali del luogo.

Ma ora un ulteriore sforzo è chiesto allo Stato, che dopo tanti miliardi scialacquati in opere inutili, è invitato a realizzare un piano straordinario per sistemare la rete fognaria in tempi da RECORD e senza scuse (cosa che non mi pare stia avvenendo, considerando anche il silenzio generale dei media)!
Delegare ai privati andrà anche bene, ma cavolo, tu Stato devi esigere il massimo e fornire le risorse necessarie!
Ricordo poi che il Giappone dopo il dramma dello Tsunami di pochi anni fa, ricostruì strade e autostrade nel giro di sole 2 settimane. Altra storia...


I messinesi invece stanno mostrando una disciplina e una pazienza incredibile, cosa che io che non vivo il disagio, nemmeno riesco a toccare con la fantasia.

Un plauso a questo popolo, e un augurio affinché il problema venga risolto. 
Passa parola.


domenica 1 novembre 2015

Expo che "successo"!

Expo Milano chiude i battenti, e cadono a valanga i complimenti, gli elogi e la parola successo, pronunciati e ripetuti, attraversando tutte le sfumature politiche, dalle bocche della classe dirigente lombarda e nazionale alla chiusura dei cancelli: partendo da Pisapia fino a Maroni, passando per Renzi.

Successo perché 21 milioni di individui hanno fatto visita l'esposizione. 

Ma può mai essere questo unico dato economico (perché milioni di visite significano big money) la sintesi dell'evento e la dichiarazione di un successo, considerando che il messaggio della fiera sia quasi passato in secondo piano?
(Nutrire il pianeta, e farlo nel rispetto dello stesso, in maniera ecosostenibile, innovativa, tecnologica. Cosa che sicuramente McDonald e CocaCola, sponsor ufficiali, hanno e avranno come priorità assoluta...)

Per non parlare poi dei costi gonfiati per la realizzazione, gli appalti affidati alla Maltauro, gli indagati e il giro di mazzette che la storia recente, attraverso i giornali, ci ha raccontato poco meno di un anno fa. 

Ma ovviamente è tutto già dimenticato. Il denaro come un bulldozer demolisce il grattacielo degli scandali, e un polverone di stelle avvolge la stalla dei maiali. La logica machiavellica odierna è una e sempre uguale: pecunia giustifica i mezzi.

Almeno ci resta quello, il bellissimo albero della vita che da qui al futuro (prossimo?) ci ricorderà, come la torre Eiffel per i francesi, l'ingegno, la creatività e l'operosità del lavoro italico. 
The italian job.




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venerdì 30 ottobre 2015

Marino, Marino, Marino

La questione Marino è stata una trama assai complicata da filare.
Si dimette o non si dimette? Poi sì, non si dimette! 
Ma alla fine 26 consiglieri firmano le dimissioni e la poltrona dovrà comunque essere lasciata. 
Non chiamatelo martire ma lottatore.

Beppe Grillo dal blog taccia -solo ieri- di farsa lo spettacolino messo in piedi, perché il sindaco non aveva mai avuto intenzione di dimettersi (vero) e il Pd non avrebbe proprio voglia di farsi sfilare la capitale, che stando alle parole del leader targato m5s andrebbe dritta dritta nelle mani pentastellate (probabile).

Eppure Marino non è mai stato uomo di partito, ma lupo solitario, sganciato dalle logiche della vecchia politica, quella fatta dal solito giro di amici di amici. 
E' stato piuttosto quell'outsider che al momento delle elezioni faceva comodo: bello, fresco, pulito, l'immagine (non l'uomo) giusta da proporre per rilanciare l'onestà e infondere fiducia. Ma in fin dei conti rimaneva amico di nessuno. 

E principale suo oppositore sarebbe stato proprio Matteo Renzi, che quanto prima lo avrebbe voluto fuori dai hoglioni (tentando in tutti modi di nascondere lo zampino per non rimanere sporcato dal fango) e cercare di far dimenticare ai romani i tanti scandali per poi giocarsela in campagna elettorale.

Una cosa è certa, prima o poi si tornerà a quelle benedette urne, e spero tanto che i romani seguano una dieta a base di fosforo e omega3 per scongiurare la memoria corta: dopo Marino (ma soprattutto dopo Alemanno!), è il caso di guardare altrove il proprio sindaco!


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