sabato 28 novembre 2015

Giornata contro la violenza sulle donne


La giornata contro la violenza sulle donne è una ricorrenza creata dall'ONU che ha luogo il 25 novembre, ed è un'ottima idea per illuminare la misoginia millenaria delle nostre società (non solo quella occidentale). Non si tratta quindi di una celebrazione della donna (stile 8 marzo) con pomposi fiori da omaggiare al gentil sesso, come è invece parso ai tanti di noi frequentatori dell' Internet, ma di una condanna e autocritica fatta e consumata dagli uomini stessi per sottolineare l'ingiustizia che altri uomini perpetrano a danno del sesso opposto perché è tale. 

Ma ciò che succede è altra cosa; il mondo virtuale si riempie di blog che dedicano poesie alla versione angelica e romantica della donna, mentre quello reale si riempe dell'ultimo libro di Bruno Vespa "Donne d'Italia" in bella mostra nelle librerie: quintali di copie calde di stampa pronte ad avvolgerti in quell'arancione della copertina all'ingresso del negozio ricordandoti o insegnandoti quante donne potenti ci siano state nella storia (eppure avrebbe tutt'altro sapore se tali pensieri fossero scritti da mano di DONNA) -diciamo pure che la data era utile al buon Bruno per massimizzare i profitti piuttosto che fare qualcosa di socialmente utile. 
Accendendo poi la tv possiamo assistere ai discorsi di fine intelletto scambiati fra la fazione dei maschi e quella delle femmine per decretare la superiore intelligenza e sensibilità della donna -dimenticandosi di fare quindi anche un solo accenno alla violenza- e il colto pubblico italico ascolta le cazzate. 

La donna non ha bisogna di essere su di un piedistallo. Se vuole potere e un ruolo di prestigio, se lo guadagna da sé -come sa bene la femminista doc.

Questa settimana è stata semplicemente un'occasione mancata per condannare la violenza, quella sulle donne appunto. Condanna che doveva venire dagli uomini.


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martedì 24 novembre 2015

Siamo degli IPOCRITI


Sono passati poco più di 10 giorni dall'orrore di Parigi, dove killer assassini, spietati, decerebrati pezzi di amebe incolte e plagiate dall'egocentrismo della propria cultura insipiente, teste di cazzo meritevoli di morte certa previa eterna sofferenza, hanno sterminato senza remore 130 e più innocenti.

La mia laica preghiera volge alle vittime e ai familiari, che siano simbolico faro per illuminare la rotta di un cambiamento epocale per la società umana, un cambiamento positivo. 

Quello che noi come occidente dovremmo fare è condannare questi efferati atti terroristici in nome di Allah -espressione del dio dell'Islam. Sottolineare senza preoccupazioni che questi criminali hanno una chiara matrice islamica, senza nasconderci per la paura di inimicarci 2 miliardi di gente che pratica tale culto. E questo per onore della verità, ma soprattutto del cambiamento. 

La mia visione sulle religioni in generale -e in particolare sulla fede islamica- è molto chiara e netta: 
sono filosofie misogene e oscurantiste, e dalla loro predicazione non può che nascere involuzione e male. 
Gandhi diceva: 
Le tue convinzioni diventano i tuoi pensieri. I tuoi pensieri diventano le tue parole. Le tue parole diventano le tue azioni. Le tue azioni diventano le tue abitudini. Le tue abitudini diventano i tuoi valori. I tuoi vaori diventano il tuo destino. 
Da una filosofia che inculca nelle giovani menti l'inferiorità della donna (indirettamente e tal volta direttamente) e la superiorità della propria fede, andando quindi a pregiudicare gli altri (i diversi, gli infedeli), non può che perpetuare un futuro malevolo. 

Bada bene, la mia è una condanna morale, frutto del mio pensare, opinione personalissima; condanna verso la religione in sé e non ai fedeli, perché anche fra questi ci sono milioni di persone buone che praticano il bene per il semplice fatto di essere umani, e interpretare quindi secondo propria coscienza le parole. 

I leader occidentali non si spingono lì dove arrivo io, la condanna dei potenti non è alla religione -e da sempre mi chiedo: perché?- ma alla deriva estremista.
Vorrei, come cittadino di questo pianeta, che in prima istanza questa condanna venga proprio dalle comunità islamiche.
Per dimostrare la bontà del proprio credo devono necessariamente manifestare pubblicamente che queste barbarie non sono parte di loro.
E gli Imam d'Italia, d'Europa, del Mondo, hanno questo dovere.
E' INDISPENSABILE CHE TUTTI INDIVIDUIAMO UNITI IL NEMICO COMUNE.
Detto questo, ci tengo a puntare i riflettori anche sul nostro Occidente fatto di lustrini e chiccherie, un occidente che vive al di sopra delle proprie possibilità, rappresentazione di un mondo disincantato che proietta su una magica finestra chiamata televisione gli orrori che non ci appartangeno: le guerre, la miseria, la fame di regni lontani. E desensibilizzati, cinicamente continuiamo a svolgere lavori socialmente inutili per comprare oggetti e cose altrettanto inutili, al solo fine di colmare quel vuoto dentro di noi che non capiamo essere dovuto alla distanza che abbiamo costruito fra il nostro universo e quello della natura.
E adesso che l'orrore bussa anche alle porte del nostro regno abbiamo paura.

L'orrore è parte di questo mondo sin dalle origini, prendiamone coscienza. Ma soprattutto, cambiamo noi per poter cambiare gli altri; è giunto anche il momento dell'autocritica. 
Facciamo la nostra (di autocritica) e i musulmani facciano la loro. 

Questo è ciò che serve, questo è ciò che non avviene.


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martedì 10 novembre 2015

Medicina tradizionale e medicina olistica

La medicina tradizionale e quella olistica sono spesso considerate due discipline dal segno opposto, per alcuni addirittura il bene e il male; ma con tutta certezza sono solo  forze complementari separate per interessi economici.

Se non conoscete la medicina olistica un breve accenno è doveroso.
L’olismo (dal greco “olos” = la totalità) è quella filosofia che poggia il proprio pensiero sul credere che un sistema è figlio della somma delle sue parti. Quindi per spiegare l’agire di un singolo elemento bisogna tenere in considerazione l’intero.
Quest’approccio può essere applicato a varie discipline, ma come da titolo a noi interessa il campo medico.
Seguendo la definizione, qualora presentassimo un disturbo in un punto specifico del nostro corpo, ad esempio sulle unghie, per risolverlo dovremmo tenere in considerazione l’intero sistema biologico nel suo funzionamento.
Un dottore olistico cercherà quindi di individuare le ragioni che hanno dato origine al fenomeno.
Magari si accorgerà che la fattispecie nulla ha a che vedere con le unghie in sé, e che la fonte del disturbo sia invece un deficit d’ossigenazione del tessuto dovuto ad una cattiva circolazione sanguigna.
La medicina tradizionale, invece, tratterebbe il problema rivolgendosi direttamente all'esperto di settore, il dermatologo, il quale valuterebbe il problema alle unghie in considerazione delle sue ampie ma specifiche conoscenza di settore, supportato dalla tecnologia per tutte le analisi del caso, ma sicuramente influenzato da una visione parziale che non gli permetterà di risolvere il disturbo.

Un dottore tradizionale si concentra sui sintomi e cerca la soluzione lì dove vede il problema, un dottore olistico vede il quadro d'insieme e individua la fonte della malattia. 

Tali differenze sono sorrette anche da un sistema economico che cerca di standardizzare la cura dei malati, mentre ciascuno di noi è diverso e avrebbe bisogno di un approccio strettamente personale.

Medicina olistica è comunque somma di tante cose, conoscenza fisica, psichica e spirituale dell'individuo. Spesso molti disturbi sono delle somatizzazioni della nostra psiche e andrebbero affrontati con strumenti diversi dalle pillole tanto amate dalle case farmaceutiche e da molti dottori pagati per prescriverle...

Se solo le due discipline unissero le forze, senza l’invisibile divisione umana dettata dalle regole del business che mira le persone come target di mercato, ricaveremmo un enorme profitto in termini di qualità della vita.

Come ultima nota amici del web, ci tengo a precisare che questo post è una semplice considerazione personale, figlia del mio pensiero (e mi rivolgo all'art. 21, comma 1, della nostra costituzione), e per tutti gli approfondimenti del caso vi invito a fare ricerche sicuramente più specifiche di questo scritto.  

Spero solo che da tutto ciò sia chiaro che le divisioni (le etichette) non esistono se non nella nostra testa.


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sabato 7 novembre 2015

Fatti economici, fatti (i) politici



Cari amici del web, è arrivato proprio il momento di dire la mia su questo tema, visto che la propaganda mediatica, sponsorizzata dagli stessi elogiati per elogiarsi, continua inesorabile da settimane (in generale anni) a confondere gli ultimi dati economici come frutto della politica.

Partiamo da Angelino Alfano, capo del piccolissimo Ncd, e ministro dell'interno da troppo tempo. Ci dice:
L'Italia sta cambiando, i dati dell'economia stanno migliorando, lo riconoscono l'Europa e l'Istat e noi siamo protagonisti di questo cambiamento. Non ci sarebbe questa ripresa economica se due anni fa non avessimo fatto questa scelta. Io sono contrario a fermarci a meta' strada, dobbiamo andare avanti e portare l'italia oltre questa crisi. Chi ha avuto il coraggio due anni fa di fare questa scelta vuole confermare l'impegno fino alla fine, chi non se l'e' sentita si e' fermato a meta' strada.
E stampa, giornaletti, tv, quelli dell' internet, riportano acriticamente fin quando il tv-show con l'opinionista di turno ci dice cosa pensare.
Proseguiamo per Renzi che dal mondo di facebook ci fa sapere:
Si moltiplicano giorno dopo giorno i dati positivi sulla nostra economia. Oggi lo dice l’Istat, e anche in Europa la musica nei nostri confronti sta cambiando. Crescita più forte del previsto, ripartono i consumi, e – attenzione – nelle previsioni cala la curva del debito. Più lavoro e più fiducia, le riforme funzionano. Ripeto: non sono semplici numeri. Sono persone, storie, famiglie. E’ il senso di un Paese che si rimette in moto, che ritrova il gusto di avere ambizioni, di guardare al futuro. E la legge di stabilità va esattamente in questa direzione. Abbassando le tasse. Lottando contro la povertà. Avendo attenzione per il sociale. Dando a chi fa impresa le leve e gli strumenti per correre e creare lavoro. Aiutando chi ha casa, che non è un fardello o una colpa, ma spesso il frutto di anni di sacrifici e sudore. In un contesto europeo non esaltante, per usare un eufemismo, siamo quelli che hanno rialzato la testa, che ci provano. Non basta, non ci accontentiamo. Ma che stia finendo la dittatura dello zero virgola, non è un successo per il Governo, è un traguardo per l’Italia. Siamo tornati, finalmente.
C'è subito da dire che c'è un'apparente differenza fra il primo e il secondo testo. 
Angelino, senza pudore, indirettamente si appiccica -su di sé e la squadra di governo- il merito della crescita (sono contrario a fermarci a metà strada, dobbiamo portare [...] l'Italia oltre questa crisi), non dice di essere l'artefice ma lo induce a pensare, e poi attacca sibillino il vecchio papà Berlusconi.
Renzi, più umile (apparentemente) alla fine, che vuole apparire il superiore, il saggio che ama la Nazione, l'Italia e il made in Italy (mica la sua carriera politica eh!), sempre con il sorriso e l'ottimismo alla Gianni Morandi "dai che ce la fai", dice in fin dei conti quello che riporta l'Angioletto:
Le riforme funzionano.[...]E la legge di stabilità va esattamente in questa direzione (quale? della crescita, dei più consumi, delle meno tasse -!!!- ecc.).

Insomma si sono elogiati abbastanza anche questa volta. 

Ecco, io vorrei sputare due o più precisazioni che tenevo in gola da un po' di tempo, e mi davano un certo prurito.

La prima riguarda proprio questa nuova LEGGE DI STABILITA'.
Lo sapevate che con suddetta legge hanno abolito il garante del contribuente?
Per chi non lo sapesse il garante del contribuente era quell'ufficio a cui potevi rivolgerti nel caso in cui subivi delle vere e proprie ingiustizie da parte del fisco; esponevi il tuo caso, e poi questo si impegnava a presentarlo agli organi di competenza, esortandoli a comportarsi con correttezza (seguendo quell'art.97 della costituzione) e magari applicare l'autotutela
Nella pratica non aveva nessun potere effettivo, se non quello morale.
Sicuramente così come si presentava era abbastanza inutile, diciamocelo chiaramente, ma sarebbe stato un organo validissimo se potenziato di poteri. Avrebbe potuto risolvere tante vicende di poveretti in faida con l'amministrazione finanziaria senza passare dai tribunali. 
Ma la legge è legge, e Renzi&co. hanno pensato bene di cancellarlo proprio (il garante). 
Inutile dare una voce al CITTADINO CHE PAGA LE TASSE, non trovate? L'importante è che continui a finanziare il sistema... 

Poi sempre nella suddetta norma, si parla anche di abolizione dell'IMU (e non solo). 
Ma vi anticipo già che se i soldi dell'IMU non entrano più, da qualche altre parte pur sempre dovranno mettere le mani... quindi non rimaneteci troppo male quando vi accorgerete che nulla è cambiato. Sciocchini.

E va bene (cioé va male), il primo sassolino dalla scarpa me lo sono tolto.
Il secondo riguarda l'Expo (leggi anche questo post) e i suoi effetti.

La fiera, dal punto di vista economico, un effetto ce l'ha avuto, e nessuno lo nasconde. Facciamo un po' di calcoli (grossolani ma efficaci) per capire l'ordine di grandezza:
21 milioni di anime sono andate a Milano. Il prezzo medio è stato di 32 euro a biglietto. 7 milioni erano stranieri. 
Se consideriamo che ciascun individuo abbia speso 600 euro a testa (e lo dubito) per raggiungere Milano, visitare l'Expo, mangiare, dormire in hotel almeno una notte, abbiamo:
21 000 000 persone x 600 euro = 12,6miliardi di euro
di cui sono di "incasso biglietto":21 000 000 persone x 32 euro = 672 000 000 
Il costo Expo è stato di 14 miliardi! -per colpa delle spese gonfiante, mentre si sarebbe potuto ottenere lo stesso risultato con 5 miliardi. 
Nelle tasche dell'erario, con le imposte e le tasse, tornerà circa la metà di questi 12,6 miliardi di euro, quindi:
6,3 miliardi.

Allora: 
14 miliardi di costi - 6,3 miliardi di entrate =  7,7 miliardi di euro che non verranno recuperati!
Adesso, è vero pure che in macroeconomia ci sia da considerare un effetto moltiplicativo, quindi magari ci saranno altre entrate connesse, ma poi c'è sempre da tener presente che l'evasione la fa da padrona... 

Se non conoscete l'effetto moltiplicativo ve lo spiego con un esempio facile facile:
se si spendono 10 euro per riparare la bici, quegli stessi 10 euro verranno riutilizzati dal meccanico per comprare pasta, pane e latte al supermercato, e il supermercato li riimpiegherà per pagare i fornitori, e i fornitori pagheranno poi qualcun altro e così via. Questo è l'effetto moltiplicativo.
Poi su ogni transazione ci sarà sempre un tributo, e quel tributo è l'entrata dello Stato. 
Quindi nella fattispecie expo, non ci sono da considerare solo i 6 miliardi di entrate, ma anche quelle conseguite dagli altri consumi innescati a cascata. Chiaro?

Ad ogni modo ciò che emerge dai dati, è che l'economia si mette in moto se le persone si muovono e spendono (banale), e non che l'economia va bene perché il fiorentino fa la nuova legge di stabilità! 
l'Istat dipinge un quadro più bello dell'anno scorso perché c'è l'effeto Expo, non le riforme.

Quello che mi preme dire, e che ribadisco in altri post, è che il successo non si valuta sulla basa dei soldi incassati, ma sul messaggio corretto che si intende dare con un'opera. Altrimenti è come dire che i cinepanettoni siano dei capolavori del cinema solo perché ricevono grande riscontro ai botteghini. Una corbelleria insomma. 
Ma qui in occidente siamo usuali riassumere tutto con indici economici, anche la felicità e il benessere dei popoli (con ad esempio il PIL) e quindi a fare grandi confusioni.

Nutrire il pianeta, sì come no... sono sicuro che molti nemmeno si ricordino dove abbiano sentito questa frase.

In conclusione amici miei, quello che capiamo leggendo i giornali (cartacei e online) o guardando la tv, è che la politica e l'economia siano la stessa cosa. 
Una cazzata, ovviamente, ma molte persone ancora abboccano, e i politicanti di mestiere sono sempre lì a loro posto, e gli opinion leader -quelli dei talk show- continuano a spiegarci per chi votare. 
Vediamo un po' di munirici dei giusti anticorpi per discernere i fatti dalle stronzate.

Sarebbe cosa assai gradita. 



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giovedì 5 novembre 2015

Le scie nel cielo

Mi dispiace vedere che ogni qualvolta parli di scie nei cieli (quelle definite chimiche) venga indicato come il complottista da coloro avversi alla cospirazione, o come profano (magari ingenuo) da coloro dentro (fin la punta dei capelli) alle teorie dell' internet.

Signori miei, il discorso è semplice: io ho due occhi per vedere e un cervello per pensare.

Non faccio parte di uno schieramento -e capisco che ciò possa destabilizzare alcune persone- e la mia battaglia personale è anche quella di spingere gli utenti che mi leggono ad uscire fuori da quel quadrato imposto dalla religione, dalla politica, dalle sette, dalla tv, dai gruppi di riferimento della nostra vita. Ovviamente questo non vuol dire che il discorso riguardi chiunque mi legga, anzi, ho riscontrato nelle communities di google+ tante persone dotate di buon senso e spirito critico.
Allora il mio invito non è per questi, ma per quegli altri: basta pensare per etichette.

Detto questo, passiamo al discorso. E il mio punto di vista è semplice, ed è il seguente:


Gli aerosol nel cielo  (che poi sarebbero le scie, parliamoci chiaro) si vedono, e non possono essere dovuti alle semplici condensazioni, almeno quelle intese in senso tradizionale e convenzionale - le quali perdurano per poco tempo, in rari casi per più di 30 minuti, e ancora in più rari casi si formano, perché c'è bisogno di stringenti condizioni legate all'umidità dell'aria e alla temperatura.

Allora cosa sono queste scie? E chi le fa?
Signori miei, non lo so, e non lo indico. Diffidare da chi ci lucra a riguardo e dagli esaltati!
Nient'altro da dire e mai detto nient'altro.

Quello che invece so, lo trovate nelle enciclopedie che vi invito a "frequentare" (ad es. la Treccani, di cui vi lascio il link a e vi allego un documento)



Poi vi posto il link della BBC (di cui vi ho accennato e che finalmente ho trovato) dove si parla degli aerosol di solfati come possibile sistema per la riduzione delle temperature - con anche però delle conseguenze di alteramento climatico imprevedibili. E con questo non sto dicendo che la cosa mi piaccia, e che la condividi, ma sto semplicemente mostrando la "cosa" di cui la comunità scientifica parla oggi (anzi, oggi parla di nanoparticelle di alluminio e di diamante).
Questo è per completezza di un ragionamento intrapreso ieri, e snocciolato meglio ora.
Buona lettura.


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mercoledì 4 novembre 2015

Non chiamatele scie chimiche, ma Aerosol Atmosferici!

Parlare di scie chimiche è proibito se non si voglia essere tacciati di complottismo, mentre non lo è (forse) parlare di Aerosol Atmosferici, che detto fra noi fa anche chic.

Allora parliamo di questi A.A., come fanno appunto gli studiosi di clima di Harvard sulla rivista Atmospheric Chemestry and Physics.
I quali si mostrano contrari all'idea di irraggiare la volta con solfati (allo scopo di abbassare le temperature) per le complicazioni (imprecisate) che questi potrebbero portare, e sosterrebbero invece, l'impiego di nanoparticelle di diamanti sintetici, più costose, ma più efficaci (e affidabili?) del 50%, con il compito di rispedire parzialmente al mittente i raggi solari diminuendo così il fenomeno riscaldamento. Una soluzione più green diciamo.

Ad ogni modo ciò che conta è che le scie chimiche siano un fatto riconosciuto.

Il riscaldamento globale è un qualcosa sotto gli occhi di tutti e avanza inesorabilmente, vuoi per effetti naturali, vuoi per l'azione dell'uomo, e qualcosa va fatto.

Non trascurabile è stata proprio l'azione antropica, che dal secolo scorso ad oggi, con massicce iniezioni di anidride carbonica per mezzo di fossennata attività industriale (e non solo) incrementa quello che è l'effetto dei gas serra.

E l'aumentata temperatura del globo rappresenta quindi una minaccia  per tutte le specie viventi che lo popolano.
Facciamo in modo che non lo sia anche la soluzione del problema.

Cliccando su questo link troverai una lista di interessanti articoli della rivista Atmospehric Chemistry and Physics.



Gira in rete un fantomatico servizio della BBC a riguardo degli Atmospheric Aerosol, sarei grato a chiunque possa trovare e condividere la fonte ufficiale con me. Grazie per lo spirito di condivisione.

martedì 3 novembre 2015

Messina senza acqua nel silenzio generale!

Messina è (ancora) asciutta. Senza acqua prima  per 2 giorni, poi 5, alla fine una settimana. E adesso una nuova rottura si ripresenta, sempre causata da una frana.
Nel migliore dei casi un’altra settimana d’inferno.

Di fronte le calamità naturali purtroppo poco o nulla si può fare (da soli), se non applicare il buon senso, e pensare -prima di costruire in futuro- che dove si intende creare un insediamento con le relative infrastrutture, bisogna valutare  BENE (sottolineo BENE) le condizioni naturali del luogo.

Ma ora un ulteriore sforzo è chiesto allo Stato, che dopo tanti miliardi scialacquati in opere inutili, è invitato a realizzare un piano straordinario per sistemare la rete fognaria in tempi da RECORD e senza scuse (cosa che non mi pare stia avvenendo, considerando anche il silenzio generale dei media)!
Delegare ai privati andrà anche bene, ma cavolo, tu Stato devi esigere il massimo e fornire le risorse necessarie!
Ricordo poi che il Giappone dopo il dramma dello Tsunami di pochi anni fa, ricostruì strade e autostrade nel giro di sole 2 settimane. Altra storia...


I messinesi invece stanno mostrando una disciplina e una pazienza incredibile, cosa che io che non vivo il disagio, nemmeno riesco a toccare con la fantasia.

Un plauso a questo popolo, e un augurio affinché il problema venga risolto. 
Passa parola.


domenica 1 novembre 2015

Expo che "successo"!

Expo Milano chiude i battenti, e cadono a valanga i complimenti, gli elogi e la parola successo, pronunciati e ripetuti, attraversando tutte le sfumature politiche, dalle bocche della classe dirigente lombarda e nazionale alla chiusura dei cancelli: partendo da Pisapia fino a Maroni, passando per Renzi.

Successo perché 21 milioni di individui hanno fatto visita l'esposizione. 

Ma può mai essere questo unico dato economico (perché milioni di visite significano big money) la sintesi dell'evento e la dichiarazione di un successo, considerando che il messaggio della fiera sia quasi passato in secondo piano?
(Nutrire il pianeta, e farlo nel rispetto dello stesso, in maniera ecosostenibile, innovativa, tecnologica. Cosa che sicuramente McDonald e CocaCola, sponsor ufficiali, hanno e avranno come priorità assoluta...)

Per non parlare poi dei costi gonfiati per la realizzazione, gli appalti affidati alla Maltauro, gli indagati e il giro di mazzette che la storia recente, attraverso i giornali, ci ha raccontato poco meno di un anno fa. 

Ma ovviamente è tutto già dimenticato. Il denaro come un bulldozer demolisce il grattacielo degli scandali, e un polverone di stelle avvolge la stalla dei maiali. La logica machiavellica odierna è una e sempre uguale: pecunia giustifica i mezzi.

Almeno ci resta quello, il bellissimo albero della vita che da qui al futuro (prossimo?) ci ricorderà, come la torre Eiffel per i francesi, l'ingegno, la creatività e l'operosità del lavoro italico. 
The italian job.




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