venerdì 4 marzo 2016

Elezioni Roma


In politica succede così, si creano le tifoserie, si guardano gli schieramenti, si sostiene l'una o l'altra idea a seconda di chi la pronunci -sebbene le idee prodotte siano in fin dei conti concepite sempre dallo stesso neurone che rimbalza a mo' di pallina da ping pong da sinistra a destra (vi ricordo che Monti, ad esempio, già prima del suo governo, al di sopra delle parti, tecnico, fosse chiamato come consulente in maniera analoga e bidirezionale dai party).

Ma questo, in verità, riguarda non solo il mondo della politica, ma un po' tutto-ti, perché gli schieramenti e le divisioni, l'uomo medio li ha sempre creati, e ci ha sempre creduto (soprattutto l'homo sapiens scimmia dentro): servono a facilitare le scelte, a fare di certezza l'incertezza della vita, a non pensare ai problemi perniciosi e far finta poi di pensare a questi, senza nemmeno saperlo -credere al proprio partito di riferimento senza nemmeno indagare sul significato dietro le parole pronunciate, o capire le azioni dietro i significati: insomma, questione di fede.

Adesso, a Roma, presto ci saranno delle elezioni, e i candidati in gioco, nel nostro sistema tripolare, saranno:
Bertolaso per la destra, uno fra Giachetti-Morassut-Pedica-Rossi-Mascia-Ferrero per la sinistra, e Virginia Raggi per i 5 Stelle; e sappiamo già tutti, che sempre l'uomo medio (in particolar modo il sapiens scimmia dentro) sceglierà, non sceglierà, l'uno o l'altro, indipendentemente dalle competenze del candidato, ma solo per ragioni di fede dogmistica alla squadra di appartenenza. 

Tempo fa -anni fa- su questo blog ho invitato (in generale invitavo) al non voto, spiegando anche le ragioni del non voto, perché anche la scelta di non votare -consapevolmente- è importante, è un diritto, e ha una logica: perché se la curva di preferenza di un cittadino fra il mangiare merda e il bere piscio è la stessa, allora è ovvio che il cittadino è leggitimato a stare a casa, e i politici che l'accusano del contrario sono semplicemente dei cialtroni che pensano ai propri zozzi interessi -che non coincidono con quelli dell'uomo comune, tantomeno con quelli del sapiens cui faccio riferimento- e le tifoserie a sostegno a fare da megafono (sempre per il discorso del credere di pensare). 

Ma siccome Roma rimane la capitale d'Italia, e fra i candidati ho individuato almeno 3 figure capaci per cui valga la pena votare, vorrei invitarvi tutti a studiare il passato, il curriculum, di questi signori/e, per capire davvero cosa abbiano combinato nella vita e il grado di competenza, e di agire poi di conseguenza, prendendo la scelta che aderisca meglio alla vostra preferenza (il ché potrebbe essere anche il non voto), l'importante è che ci mettiate la capoccia (!) e azzittiate i pensatori  (quelli mono-neurone del ping pong) e la famiglia di appartenenza. Insomma:
#SaleInZucca

Condividi con gli amici pensatori, seguimi sui social

Nessun commento:

Posta un commento