giovedì 30 marzo 2017

Iniziano le pratiche per la Brexit


Il primo passo concreto verso Brexit è stato compiuto. Theresa May formalizza l'avvio della pratica di divorzio. 

Ma lasciando in un angolo i tasselli burocratici, che manco i burocrati sanno arrabattare, proviamo a fare brevi considerazioni su quel che ci spetta. 

Al momento, tutti i capi di stato dei singoli paesi dell'UE non hanno alcuna intenzione di cedere alla possibilità di firmare accordi bilaterali con la Gran Bretagna - GB hai voluto la bicicletta? Pedala! 
Eppure tanti europei ancora lavorano e vivono nell'isola della regina, e sicuramente continueranno a farlo. Chissà se poi ci andranno di mezzo come merce di scambio per poter sedere ancora al tavolo delle trattative.

I leader al potere hanno bene in mente il conto salato che vogliono far pagare agli inglesi, e allo stesso tempo lanciano un monito preciso ai cittadini europei: 
cari europei, attenti a quel che votate, perché fuori l'Unione vi aspettano crisi e depressione (condizioni, tra l'altro, create da questi stessi soggetti(ni)). 
E magari, in mente, hanno già il re-ingresso degli inglesi, che, dopo l'assaggio dell'amara medicina, potrebbero essere disposti a TUTTO pur di essere riannessi al progetto Europa (possibile?). Già ora c'è chi versa lacrime -vedi Scozia e Irlanda del nord.

L'Europa unita, come idea, è una bella cosa ecc., ma così com'è non è affatto quell'unione dei popoli che si cita sempre.
L'unica cosa certa, se si vuole davvero credere in questo progetto, è che bisogna sfidare le istituzioni attuali e rimpiazzare uno per uno questi fulminati (altro che illuminati). 

In campo ci sono due squadre che stanno disputando la partita più importante di sempre, una partita che durerà anni, e il premio in palio è l'Europa unita o divisa, a seconda degli schieramenti. 
Il primo a fare goal è stato Nigel Farage, vedremo poi i prossimi marcatori.

Per quanto riguarda il panorama politico nostrano, il partito più accreditato, in linea con le posizioni nazionaliste di Farage o Le Pen, è la Lega Nord -che è anch'esso un partito nazionalista, solo che per nazione intende Lombardia e Veneto; e poi ci sarebbe Fratelli d'Italia, che secondo i sondaggi è fra il 3 e il 5%. Va beh.

Il M5S, invece, che su Tv e stampa è sempre indicato come antieuropeista, non lo è affatto. Anzi, è così pro-europeo, che è l'unica forza politica che attualmente mette seriamente in discussione l'architettura della UE con il fine di migliorarla davvero.

Insomma, nulla a che vedere con i movimenti nazionalisti. E per questo, dobbiamo un GRAZIE a Beppe Grillo.

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sabato 25 marzo 2017

Matteo Grillo

Ci avete fatto caso?
Il PD vomita fango sui 5 stelle, ma in fin dei conti lo copia in tutto (e male).


Beppe Grillo già aveva fatto la sua ascesa nelle piazze, prima con i vaffanculo day, poi con M5S, quando Renzi, a livello nazionale, decise di farsi conoscere come rottamatore. 

Anche l'uso del linguaggio. Rottamare. Una parola aggressiva, forte, allineata al linguaggio di Grillo. Ma Grillo faceva (e fa) parte degli italiani incazzati, mentre Renzi, mirava il vento per cavalcare quell'onda di insofferenza verso la politica con l'unico scopo di saziare la propria fame di potere.


Oggi, il PD, boccia qualsiasi proposta di legge dei 5 stelle, ma in fin dei conti le ripropone in altre salse, e in peggio, snaturando l'efficacia stessa dei propositi. E poi fa campagna su tv, stampa e internet, per raccontare i grandi successi - che in realtà sono preceduti da "in".


Cioé... c'è bisogno di commentare?




Che poi, fra una brutta copia e l'originale, cosa credono che gli italiani sceglieranno?




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mercoledì 22 marzo 2017

Beppe Grillo e Marika Cassimatis


Diciamoci la verità, il M5S sta sul cazzo un po' a tutti dello status quo. In fondo, le ragioni ci sono, molte sono intuibili, altre le immaginiamo, e tante altre ancora ci sfuggono (ragioni che potrebbero riguardare gruppi di potere a noi nemmeno noti).

Per quel che è evidente, uno dei motivi basilari, è l'impostazione del movimento stesso che ha fatto di internet il suo media preferito, e ha sempre attaccato stampa e Tv. Inevitabile quindi farsi due grandi nemici: Stampa e Tv.

Antipatie, che comunque, volendo o no, non hanno fermato l'interesse per il movimento di Grillo, che poi, veicolato in principio dal 'vaffanculo', ha trovato una montagna in più di successo. Era un messaggio preciso, riassuntivo, immediato, intellegibile da tutti gli strati sociali.

Come si sono comportati i media tradizionali? All'inizio, hanno deciso di ignorare i comizi del comico. Chiudere gli occhi, e far finta che nulla stesse accadendo. Un modo di fare giornalismo che semplicemente non è tale, quasi come se l'obiettivo fosse quello di non dare visibilità al comico (togliamo pure il "quasi"). 

In realtà, Grillo, prima con i suoi spettacoli, poi con il suo sito, poi girando per le piazze, si era creato un grande bacino di pubblico che credeva in lui, nella sua persona, nelle sue idee.
Quindi, che la stampa lo ignorasse, o che lo attaccasse, o che lo sostenesse, importava zero. 
La gente, con il passa parola, già stava creando una energia potenziale che poi si sarebbe sfogata liberamente nel Movimento. 

Quando i giornali e le televisioni hanno capito che non era più sostenibile ignorare i fatti, senza pensarci due volte, hanno deciso di screditare il M5S, a prescindere. Così facendo, senza nemmeno accorgersene, oltre che far girare le gonadi ai sostenitori del movimento, hanno anche accresciuto l'interesse per il movimento stesso, soprattutto nell'altra metà della popolazione (quella che internet la pratica poco). 
Col senno di poi, si dovrebbero chiedere se le cose sarebbero state diverse se solo avessero avuto un comportamento neutrale. 
Ma quando mai i giornalisti sono stati obiettivi? 

Oggi, al centro della discussione mediatica (dopo aver messo in stand-by la Raggi), c'è la decisione di Grillo che dice NO alla Cassimatis, dopo che questa sia stata eletta dagli stessi iscritti al movimento. 
Premettendo che la notizia in sé, è una notizia e che quindi è giusto parlarne, è doveroso dire che farlo ogni giorno è più che ridicolo, oltre che demarcare questo preciso antagonismo. 

Il M5S ha come obiettivo rinnovare  il parlamento (e la politica in generale) con nuovi politici. Ha un sistema per raggiungere tale scopo che si è dimostrato in più di una occasione fallace (perché tanti sono stati eletti con il M5S e poi hanno goffamente gattonato verso altre sponde politiche) e quindi è chiaro che Beppe Grillo non possa permettere altri errori. Amen. 

Crediamo veramente che il suo interesse sia quello di far vincere uno piuttosto che un altro? 
Il suo intento è molto semplice: non far (auto)distruggere il Movimento, di cui comunque è padre e garante, e mai potrebbe lasciarlo nelle mani di chi lo usa come tramite per raggiungere fini personali. Il fine di Grillo, quindi, non è quello di indirizzarne gli scopi politici. E' chiarissimo.

Inoltre, il motto è sempre stato uno vale uno, e se un esponente del movimento deve mettersi da parte, se ne va e basta: nessuno è indispensabile. Anche da qui si vede la buona fede degli eletti...

Chissà cosa pensi tu che leggi. Tò, guarda un po', sotto puoi scrivere un commento...